Bralys, nuova linea di soluzioni di Toshiba Tec Italia, collabora con Intesa Sanpaolo Innovation Center, la società del Gruppo Intesa Sanpaolo dedicata alla frontiera dell’innovazione, per dar vita a incontri imperdibili riservati a tutte le aziende attente al cambiamento: gli Innovation Meet Up.
Una serie di eventi itineranti partito a metà aprile da Milano, per toccare poi Firenze, Trento, Torino e Napoli. Lo scopo è mettere in contatto le migliori startup evidenziate da Intesa Sanpaolo Innovation Center con le aziende più innovative che vogliono scoprire e conoscere nuovi scenari tecnologici.
In occasione dell’ultimo Innovation Meet Up dal titolo: TRANSIZIONE 5.0, abbiamo voluto approfondire il progetto intervistando: Francesco Massaro – Direttore Commerciale Toshiba Tec Italia, Simona Padoan – Responsabile Business Development startup Intesa Sanpaolo Innovation Center e Tommaso Santoro – It manager – Torello Trasporti.
Iniziamo da Francesco Massaro – Direttore Commerciale Toshiba Tec Italia.
-D: Qual è la motivazione per cui avete deciso di iniziare questo tour di eventi con l’Innovation Center di Intesa Sanpaolo?
-R: Facciamo una piccolo premessa parliamo di digitalizzazione da quasi ormai 3 anni in Toshiba, che però non è soltanto un’evoluzione tecnologica, è proprio un’evoluzione culturale che si basa sostanzialmente su tre caposaldi: la sostenibilità, il benessere delle persone e soprattutto l’agilità, cioè la capacità di adattarsi a quello che è il cambiamento. Sulla base di questi contenuti e soprattutto sulla base di quello che sta succedendo in quello che è un po’, il contesto di mercato dove sempre di più le le piccole e medie imprese richiedono in modo sempre più veloce abbiamo cercato di elaborare delle soluzioni che siano flessibili, scalabili e sicure. Sulla base di questi di questi 3 concetti Toshiba, in questo caso Bralys perché Bralys è partner di Toshiba promuove questo tipo di visione. Lo promuove soprattutto perché cerca di far matchare e di far incontrare le aziende con quelle che sono delle startup che si occupano di digital innovation, cercando di creare anche un ecosistema fertile per costruire, accompagnare appunto passo dopo passo quelle che sono un po’ le soluzioni che devono essere proprio customizzate su misura sulle esigenze specifiche che oggi naturalmente esistono. Questi sono gli elementi che ci stanno portando a fare più tappe come avrete già avuto modo di vedere: uno sforzo importante per noi da questo punto di vista.
-D: Che valore hanno le startup nella strategia di Toshiba?
-R: Il nostro modello di business, in questi ultimi anni si è aperto un concetto di open innovation anche se di open innovation se ne parla da più di vent’anni ma si sta concretizzando poi in questi anni. E se guardiamo gli ultimi tre anni c’è stato veramente un incremento importante, soprattutto dopo il covid. Ovviamente da lì in poi c’è stata un’accelerazione su questo.
La cosa fondamentale è che fare di open innovation bisogna anche essere strutturati per parlarne, no? Quindi che cosa abbiamo fatto? In realtà Bralys ufficialmente è nato un anno fa. In realtà noi è da 3 anni che stiamo creando già le basi, anche dei team: figure che possono catalizzare le conoscenze. Abbiamo sostanzialmente inserito una matrice delle competenze in cui per ogni competenza abbiamo delineato quali sono le startup. Questo ci consente soprattutto di andare a matchare le esigenze dei clienti avendo a disposizione già delle soluzioni in cui le catalizziamo. Cosa fa Toshiba e cosa fa Bralys? Fa da project design, cioè disegna i progetti: nell’ultimo progetto che abbiamo sviluppato, alla fine includeva 5 startup. Naturalmente la capacità di Bralys è quella di fare un po’ da trait d’union: sulla base delle esigenze che ha reperito nei confronti del cliente individua quelle conoscenze e quelle competenze specifiche.
A maggior ragione poi lavorare con Banca Intesa per me è molto importante perchè la selezione che fa ISP riguarda start up, che sono già di un certo livello, per me questo è fondamentale anche capire chi sono gli interlocutori, perché poi alla fine in visione dell’onere contrattuale è sempre di Bralys.
Con ISP, ci siamo conosciuti quasi ormai 7 – 8 mesi fa, siamo andati a Torino all’Innovation Center e da lì si sono create tutte le condizioni di questa sinergia, ma noi siamo presenti anche a Como Next, in Trentino e in Sicilia con Meccatronica; quindi stiamo lavorando da questo punto di vista su più fronti e lavoriamo anche moltissimo anche con le università, ma Bralys è ancora giovane, parliamo di un anno…
-D: Quali sono i programmi e i risultati attesi nel futuro?
-R: Personalmente sono soddisfatto perché in un anno, naturalmente non ho dato degli obiettivi molto ambiziosi nel contempo, ma le aspettative nel primo anno sono quelle di costruire, consolidare quella che è la struttura. Però abbiamo raggiunto 1 milione e mezzo di fatturato e non è male… Gli obiettivi sono nei prossimi 3 anni di raddoppiarlo. Dobbiamo sempre guardare il corretto equilibrio, perché in questa fase, noi abbiamo inserito delle nuove risorse. È fondamentale anche cercare di selezionarle, naturalmente con dei profili che in realtà sono al di fuori di quello che è stato ad oggi il modello di business che ha rappresentato negli anni Toshiba. Noi proveniamo dalla tech del mondo dell’office, dal mondo industrial, siamo produttori di macchinari di componente Av. Il cambiamento passa naturalmente attraverso la capacità di poter avere delle figure che abbiano un approccio consulenziale, perché andare a disegnare dei progetti all’interno per dei clienti necessita anche di una capacità di evoluzione e un’apertura mentale e alla fine bisogna sempre portare a casa i risultati. E’ necessario trovare il corretto equilibrio che naturalmente è quello che oggi consente di finanziare Bralys ma nel contempo Bralys è un po’ il futuro, il nuovo e l’evoluzione del modello di business da parte di Toshiba che è fondato sull’open innovation e questo è un dato oggettivo. Non puoi avere la capacità di poter avere tutte le competenze in casa costerebbe troppo, quindi andare a selezionare diventa importantissimo, dunque essere presenti all’interno di incubatori per noi è importantissimo.
Bralys è quasi come se fosse un progetto pilota all’interno del mondo Toshiba e tra l’altro nasce in Italia e l’abbiamo presentato in Europa infatti c’è grande attenzione, perché Toshiba ha lanciato negli ultimi tre anni per ogni operating company l’opportunità di presentare dei progetti. In uno scenario dove il mondo del printing e il mondo di tutto ciò che sono i device si sta sempre più accorpando è evidente che, i vari produttori si accorpano tra di loro. Quindi date delle idee che possono puntare su un’attività di consulenza di servizi, su questo abbiamo avuto vari confronti, ed è nato Bralys che non è soltanto un brand – l’abbiamo fatto conoscere anche come brand- non è soltanto una business unit, perché è nata anche per misurare le performance, ma è una vera e propria filosofia, è un approccio, un qualcosa che va al di là di quello che oggi è il puro approccio che Toshiba tenuto in tutti questi anni. Stiamo lavorando su più fronti anche far capire internamente che c’è stato un vero cambiamento questo è un elemento molto importante.
Perché Bralys siamo tutti, per questo per me è fondamentale l’approccio culturale che passa in primis internamente: ogni persona Toshiba deve riconoscersi ed essere partecipe, altrimenti non si riesce più a far parte dell’azienda nello stesso modo e questo non può e non deve accadere.
C’è stato un cambiamento epocale anche all’interno, io sono molto per un’organizzazione orizzontale e in Italia questo è abbastanza complesso e da questo punto devo dire che abbiamo fatto dei grandi passi siamo molto soddisfatti.
Proseguiamo con l’intervista a Simona Padoan – Responsabile Business Development startup Intesa Sanpaolo Innovation Center.
–D: Ormai l’innovazione e la tecnologia sono sono all’ordine del giorno, ma non tutti riescono poi a puntare sulle cose giuste: qual è il significato della collaborazione Toshiba tec Italia – Intesa Sanpaolo Innovation Center (ISPIC) per voi di ISPIC?
-R: Intesa San Innovation Center nasce proprio con la missione di far incontrare domanda e offerta di innovazione, quindi l’offerta data dalle startup, ovvero dalle realtà innovative e la domanda da parte delle aziende che hanno bisogno di innovare si parlava durante l’evento di quanto sia importante cavalcare il il cambiamento, di anticiparlo. Ecco, questa collaborazione, insieme a Toshiba tec Italia va proprio in questa direzione perché tramite essa Intesa Sanpaolo Innovation Center (ISPIC), porta realtà innovative che devono essere valorizzate, a valorizzare la propria tecnologia questa parte rappresenta l’offerta, invece le aziende rappresentate da Toshiba tec Italia portano la propria domanda. L’intento reciproco è quello di far incontrare le due esigenze di innovazione mettendo da entrambe le parti il proprio know-how, lato nostro in questo caso specifico legato alle realtà innovative, punto d’incontro di una perfetta conciliazione.
-D: In cosa consiste il servizio di business development?
-R: Il servizio di di business development è rivolto a startup scaleup, quindi mature nella propria tecnologia, nella propria esperienza sul mercato o PMI innovative e devono rappresentare e rispondere a determinati criteri che ci consentano di presentare queste realtà ad aziende, PMI o corporate e che siano consapevoli che le realtà innovative siano pronte a collaborare, che quindi non le usino come test, ma che siano pronte già a dare valore. Questo servizio è nato da una parte dell’Intesa Sanpaolo Innovation Center (ISPIC), per supportare le start up che hanno bisogno di essere aiutate nel ricercare opportunità di business dall’altra questo servizio va anche a costituire un portafoglio di valorizzazione che è a disposizione delle imprese, quindi andiamo anche a rispondere al bisogno di open innovation da parte delle imprese e torniamo a quel concetto di incontro tra domanda e offerta di innovazione.
Concludiamo con l’intervista a Tommaso Santoro – It manager – Torello trasporti.
-D: Qual è l’attuale rapporto con Toshiba?
-R: Con Toshiba c’è una una partnership ormai da parecchio tempo dal 2010 – 2011 e da lì siamo partiti con la prima macchina fino a sviluppare, tante altre soluzioni sempre digitali abbiamo approcciato anche il voice all’interno della nostra struttura ma per vari motivi di business non è decollato, non è decollato giusto il rapporto è si sta consolidando anno dopo anno, ma lo sviluppo forte che abbiamo instaurato con Toshiba è proprio l’uso di un OCR e fondamentalmente ci ha aiutato tantissimo a interagire con i nostri clienti, a digitalizzare tutta la nostra carta quindi e a limitare almeno di un buon 40% i costi.
-D: Qual è stata la motivazione portante che vi ha spinto a iscrivervi all’evento?
-R: La motivazione principale sicuramente è stata la transazione dal 4.0 al 5.0 dove noi fondamentalmente spingiamo molto in questa in questa direzione, noi siamo molto legati al tema ambientale, al green e allo sviluppo della ricerca in questo senso.
E questo ci aiuta tanto ad emergere abbiamo fatto bene a venire, perché è stato molto interessante. Durante e la presentazione, appunto si parlava di analizzare i costi, abbattere i costi, temi per noi fondamentali in particolare in questa fase storica tra covid, la guerra in Ucraina e adesso la crisi in Medio Oriente, il prezzo del gasolio sta lievitando.
-D: I prossimi progetti che avete in cantiere, quali sono?
-R: In realtà torello è un gruppo, costituito da più aziende la Torello Trasporti che appunto si occupa di trasporto su gomma e l’intero gruppo è molto proiettato all’innovazione tecnologica, alla digitalizzazione. Torello Trasporti appunto si occupa della parte di trasporto, è molto verticalizzata sul green e sull’abbattere appunto i costi, utilizzando anche l’hv oil e il biodiesel. Ci stiamo muovendo molto in questo senso.
L’altra società è un network di distribuzione italiana e a brevissimo anche in Europa di tutto il prodotto fresco e anche qui stiamo spingendo molto per quanto riguarda la conservazione delle proprietà organolettiche di olio, vino che in realtà non sono regolamentate sul fresco però in realtà trasportarli a temperatura controllata, permette di preservare queste condizioni. E infine c’è la TN service che invece si sta occupando di tutta la parte di manutenzione preventiva e predittiva dei mezzi che appunto ci aiuta a ottimizzare sempre di più i costi e soprattutto guasti, efficienza del mezzo da imprevisti, che alla fine sono proprio quelli che ti creano la perdita maggiore e dispersione di denaro.
L'articolo Toshiba e Intesa Sanpaolo Innovation Center insieme. Approfondimento dell’Innovation Meet Up: TRANSIZIONE 5.0 proviene da Gazzetta di Milano.