L’intervista a Stefano Beltrami , responsabile dell’Ufficio Marketing della Banca di Piacenza, offre un’interessante prospettiva sul posizionamento di una banca territoriale in un mercato sempre più competitivo. Beltrami, che vanta un’esperienza diretta nelle filiali, sottolinea l’importanza di mantenere l’autonomia e l’indipendenza della banca. Egli ritiene che la banca debba distinguersi dalle istituzioni più grandi e sistemiche attraverso la snellezza organizzativa e la capacità decisionale rapida, vicinanza al cliente e supporto continuo nelle scelte quotidiane. Secondo Beltrami, la consulenza della Banca di Piacenza deve essere altamente professionale. La chiave del successo, a suo avviso, non risiede solo nell’offerta di condizioni economiche particolarmente vantaggiose, ma piuttosto nell’assistenza personalizzata e nelle relazioni costruite con i clienti. Questo approccio individualizzato permette alla banca di fornire un valore aggiunto che la distingue dalle altre istituzioni finanziarie. Beltrani considera anche l’equilibrio tra costi e servizi offerti come fondamentale. Evidenzia come non sia sostenibile per la banca cercare di essere contemporaneamente la più economica e la più generosa nei servizi, poiché un tale modello sarebbe insostenibile dal punto di vista economico. La Banca di Piacenza, infatti, si concentra principalmente su famiglie e piccole e medie imprese, che rappresentano il cuore dell’economia locale e nazionale, e dove risiede una grande potenzialità di profitto. Infine, Beltrami sottolinea l’importanza di un approccio personalizzato nei confronti della clientela, paragonandolo a creare un “vestito sartoriale” per ciascun cliente. Questo significa adattare le competenze e i servizi alle esigenze specifiche di ogni individuo o impresa. La capacità di fornire un’assistenza su misura è, secondo lui, l’elemento cruciale per vincere sul mercato. Questo orientamento all’efficienza e alla personalizzazione è visto come il percorso da seguire per il futuro della banca.
Domanda: Quali sono le possibili azioni future di Banca di Piacenza in termini di sviluppo sul territorio?
Risposta: Recentemente abbiamo aperto nel 2022 a Pavia e nel 2023 a Voghera a Modena e a Reggio Emilia. Queste sono le quattro aperture che erano previste dal piano industriale 2021 – 2023, adesso il nuovo piano industriale non prevede, probabilmente soprattutto nella prima fase, nuove aperture, ma un consolidamento delle ultime, per poi valutare delle nuove. Oggi, la nostra fascia si distribuisce da nord a sud, da Milano a Modena. In Lombardia siamo presenti da Milano nella direttrice verso Piacenza, quindi Milano, poi Lodi, Sant’Angelo, Casalpusterlengo, Crema, Cremona più a est arriviamo a Pavia, Stradella, Voghera e poi scendiamo in Emilia Romagna. La scelta di andare a Modena e Reggio Emilia è stata soprattutto perché in quelle zone abbiamo molte imprese. Piacenza è una città che oramai è molto più di raccolta. Se noi abbiamo tanta raccolta, poi dobbiamo impiegarla; se sei troppo squilibrato vuol dire che devi trovare zone in cui aumentare il numero di impieghi. Modena e Reggio Emilia esprimono valori nettamente superiori a Piacenza in termini di impieghi. La centralità della banca è a Piacenza. Il cuore storico è a Piacenza. Le scelte di andare esternamente sono dovute al fatto che nelle zone in cui si è scelto di aprire sono zone importanti di impiego.
Domanda: In tutto questo sviluppo, l’ufficio marketing è fondamentale?
Risposta: Si, questo senza dubbio. Ho accettato l’incarico di Responsabile dell’ufficio marketing a gennaio del 2023. Fino a dicembre 2022 sono stato Direttore della finale di Milano ed è stata una bellissima esperienza. Quest’anno, la filiale di Milano sono 18 anni che è aperta ed io sono arrivato un anno dopo l’apertura, per cui ho visto la crescita di quella filale. Grandi competenze, grandi opportunità, grandi rischi, grandi stimoli e il mix di tutto questo ha reso l’esperienza molto positiva, anche perché dietro c’era del personale, e i valori della banca sono serviti per fare un buon lavoro e, quindi, il fatto di essere arrivato in un ufficio commerciale, come l’ufficio marketing, dopo l’esperienza in filiale, mi è servito molto. Sono stato in filiale ventidue anni ed ho conoscenza di quello di cui la rete ha bisogno. In filiale servono determinati tipi di prodotti, di condizioni, di idee, perché il mercato reale esprime queste necessità ed il mio compito è stato proprio quello di dire proviamo a unire la mia esperienza di filiale con le necessità commerciali. In Banca di Piacenza commercialmente tutte le filiali dipendono nell’organigramma dalla direzione rete la cui responsabile è Elisabetta Molinari, che segue tutta la rete delle filiali e della direzione imprese, cioè il corporate e del private, Per la banca il valore aggiunto è quello di conoscerci tutti. Io a tutti i direttori delle filiali associo un nome e un viso e loro altrettanto con me. Anche questo è un vantaggio di una banca.
Domanda: Quali sono le proposte commerciali di Banca di Piacenza?
Risposta: Recentemente abbiamo fatto un po’ un restyling della proposta commerciale sui conti correnti, dove abbiamo evidenziato proprio la parola valore. Infatti, sono nati il conto valore giovani, il conto valore smart e il conto valore BPC, che sono i conti dei privati, e poi il conto valore aziende. Abbiamo cercato di coprire, per i privati, tutta la fascia, quindi i giovani con questo conto totalmente gratuito fino ai ventinove anni, con carta di debito gratuita con prelievo gratuito su tutte le banche e home banking, poi ci siamo rivolti con il conto valore smart a quella fascia di clientela che invece è nativa digitale che non si approccia alla filiale, ma che invece opera da remoto , quindi un conto che ha un costo molto ridotto, tre euro al mese, e opera prettamente da remoto. L’ultima fascia è il conto valore che abbiamo chiamato BPC, che è il conto che identifica Banca di Piacenza, perché è il conto che identifica la tradizione, per cui il cliente paga un canone mensile e ha l’accesso in filiale tutte le volte che vuole e l’operatività online; quindi unisce un po’ le due anime, quella digitale e quella tradizionale.
Domanda: Quindi una Banca che si rivolge ai giovani?
Risposta: Sono i giovani che sempre di più vogliamo accogliere, anche per il passaggio generazionale sia delle aziende ma anche dei nostri clienti, cioè dei privati. Abbiamo creato delle condizioni agevolate. Abbiamo rivisto un pochino anche le condizioni dei mutui, anche grazie alle ultime dinamiche dell’andamento dei tassi, e per i giovani abbiamo riservato delle condizioni particolari. Quindi le nostre filiali sanno che per la clientela under trentasei, senza entrare nello specifico, ci sono condizioni economiche favorevoli sia in termini di costi che in termini di spread. Mettiamo a disposizione i mutui Consap che sono quei mutui per cui c’è una garanzia statale che può essere data in generale a tutte le famiglie e poi con condizioni diverse ai cosiddetti soggetti prioritari e quindi ai giovani, a chi ha un Isee più basso, ecc., per cui siamo presenti anche con questa proposta.
Domanda: Molti si chiedono cosa significa una banca indipendente ?
Risposta: Grazie della domanda. La risposta è abbastanza semplice, chiara e immediata: l’indipendenza di una banca sta nel potersi muovere liberamente, non avere logiche di gruppo, quindi non dover render conto tra virgolette se non ai nostri soci. Cioè, sono le persone che investono nella banca che insieme ai dipendenti e ai clienti sono i nostri stakeholder. L’indipendenza è data dal fatto che noi abbiamo risposte rapide da poter dare ai nostri clienti. Visto che la catena decisionale della banca è molto corta, siamo presenti nelle nostre filiali e a disposizione della clientela. Diciamo, quindi, che l’indipendenza sta nella catena decisionale corta, nel fatto di avere una proposta che risponde alle esigenze del cliente, nel fatto di costruire relazioni. Ci pregiamo di essere una banca che ascolta, diciamo, la banca che ascolta, la banca di relazioni; queste relazioni che devono essere un valore aggiunto.
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