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I progressi nella gestione dei rifiuti plastici: approcci locali e globali

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L’inquinamento ambientale è diventato un problema serio sotto gli occhi di tutti, tant’è che le grandi potenze mondiali hanno deciso di congiungere le loro forze e lavorare sinergicamente per contenerlo. Tra i materiali maggiormente demonizzati c’è la plastica, considerata uno dei più inquinanti di tutto il pianeta in quanto impiega anni o addirittura secoli per disperdersi completamente in natura.

Oggi però sta cambiando notevolmente l’approccio verso la plastica, considerandola non più come un rifiuto ma come una risorsa. Come? Facendo in modo che la plastica non diventi un rifiuto, ma un materiale da poter riutilizzare più volte per ridurne la produzione stessa.

Questo obiettivo si può raggiungere nell’ottica dell’economia circolare e quindi, quando si progetta un prodotto, bisogna per prima cosa pensare a come riciclarlo e riutilizzarlo quando avrà esaurito il suo ciclo di vita. Questo nuovo approccio è la prima grande novità per quanto riguarda il riciclo della plastica.

Le metodiche di riciclo: da quelle tradizionali a quelle più innovative

Uno dei sistemi più diffusi per il recupero della plastica è il cosiddetto riciclo meccanico, che richiede requisiti minimi di lavorabilità del materiale e dove le caratteristiche dei prodotti ottenuti dipendono molto dalla qualità del materiale riciclato.

Un sistema più avanzato è il riciclo omogeneo, dove riveste una grande importanza il processo di selezione che va fatto a monte della lavorazione dei rifiuti. Per la selezione del materiale si usano diversi processi di selezione come:

  • flottazione o densità;
  • magnetica o elettrostatica;
  • galleggiamento;
  • con un setaccio tramite soffio d’aria.

Se non si può procedere ad una selezione del rifiuto plastico, la soluzione migliore è il riciclo eterogeneo che prevede la lavorazione del materiale misto. La selezione è destinata ad eliminare il materiale metallico presente, dopodiché il riciclo si snoda in 4 fasi successive: triturazione, frantumazione grossolana del materiale, densificazione ed estrusione.

Tra le soluzioni più moderne ed efficienti c’è il riciclo chimico avanzato dei polimeri plastici, che sta coinvolgendo ricercatori e imprese in tutto il mondo. Il rifiuto plastico viene sottoposto ad una serie di processi chimici che riescono ad isolare tutte le componenti estranee al polimero. Il risultato finale è una plastica vergine di alta qualità, che offre prestazioni elevate come se si trattasse di materia prima. I principali processi utilizzati sono 3:

  • pirolisi: riscaldamento sottovuoto ad alta o bassa temperatura;
  • idrogenazione: trattamento di degradazione con idrogeno e calore;
  • gassificazione: procedimento a temperatura elevata in assenza d’aria.

Tutti questi processi di riciclo della plastica, da quelli tradizionali a quelli più innovativi, devono essere affidati ad aziende esperte del settore, come GV Macero, che oltre alla competenza hanno anche gli strumenti adatti per portare a termine con efficacia e professionalità i processi di recupero del materiale.

Il recupero della plastica a livello locale

A livello locale si stanno sviluppando nuove tecniche per garantire un recupero della plastica ancora più efficiente, applicato anche nelle piccole e medie imprese. La plastica subisce un primo processo di preselezione, dopodiché viene ulteriormente classificata per tipo di materiale. Le pellicole plastiche vengono separate dalle plastiche rigide con strumenti all’avanguardia, come i separatori balistici, in modo che il successivo processo di recupero e di lavorazione del materiale risulti più rapido ed efficiente.

In seguito le plastiche rigide vengono a loro volta suddivise in PP, HDPE, PET e PS per creare un materiale di film plastici LDPE, sottoposti ad una seconda selezione per rimuovere i contaminanti. In questo modo è possibile lavorare e riciclare materiali ancora più puri.

Il trattato contro l’inquinamento da plastica sottoscritto da 175 nazioni

I Capi di Stato dell’Ambiente e i rappresentanti di 175 nazioni hanno sottoscritto un accordo internazionale per ridurre notevolmente l’inquinamento da plastica entro il 2024. Nello specifico il trattato punta a rendere più snello l’intero ciclo di vita della plastica, dalla progettazione alla produzione fino allo smaltimento finale.

I lavori, iniziati nel 2022, puntano a coinvolgere le 175 nazioni nell’impegno internazionale di contenere la produzione di plastica, consentendo a vari paesi di accedere più facilmente alla tecnologia e favorendo la cooperazione scientifica e tecnologica.

Un nuovo approccio per contrastare la produzione eccessiva di plastica

Partendo da un nuovo punto di vista, che si basa sulle tecnologie innovative, l’obiettivo è contenere i danni causati dalla produzione smodata di plastica che provoca tre crisi distinte ma in qualche modo legate da un filo invisibile: cambiamento climatico, inquinamento e perdita delle biodiversità.

Più che un’opportunità, passare ad un’economia circolare è una necessità alla luce dei recenti sconvolgimenti climatici che stanno colpendo senza distinzione ogni angolo del globo. L’iniziativa mira a ridurre la produzione della plastica vergine e il volume di plastica che finisce negli oceani, garantendo un risparmio notevole ai governi e riducendo in modo significativo le emissioni di gas serra. Infine, altro aspetto da non sottovalutare, i nuovi processi di riciclo e smaltimento della plastica creeranno nuovi posti di lavoro che potranno dare una spinta importante all’occupazione, soprattutto nel sud del mondo.

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