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Case Green: il 60% degli immobili a Milano da riqualificare

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Secondo la direttiva sulle “Case Green”, entro il 1° gennaio 2030 tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E, mentre entro il 1° gennaio 2033 sarà obbligatorio l’adeguamento alla classe energetica D. Si tratta di standard che si inseriscono in un più ampio piano di transizione ecologica volto a migliorare la sostenibilità del settore immobiliare e a favorire il risparmio energetico.

Casavo (https://casavo.com/it/), la piattaforma immobiliare che offre soluzioni smart per vendere e comprare casa, grazie a un algoritmo proprietario che permette di valutare il proprio immobile in modo istantaneo e gratuito, ha potuto analizzare le valutazioni effettuate nel 2024, evidenziando quanto sia ancora lunga la strada verso l’efficienza energetica. Dai dati emerge che, a livello nazionale, il 29% degli immobili valutati appartiene alla classe G, mentre il 15% rientra nella classe F: immobili che, salvo alcune eccezioni, dovranno essere riqualificati per rispettare le nuove normative europee. Le abitazioni in classe E rappresentano il 12%, mentre quelle in classe D si attestano all’11%. Complessivamente, le abitazioni con una classe energetica più alta (A, A+, B e C) costituiscono quindi solo un terzo delle valutazioni totali.

 

Milano: il 60% degli immobili necessita di riqualificazione

L’analisi delle valutazioni effettuate sulla piattaforma Casavo per la città di Milano evidenzia una situazione simile a quella nazionale per le classi energetiche più basse (F e G), ma differenze significative mano a mano che si passa alle classi energetiche più alte. Il 25% degli immobili valutati nel capoluogo lombardo appartiene alla classe G, mentre il 19% rientra nella classe F, categorie che richiederanno interventi entro il prossimo quinquennio per conformarsi agli standard europei, come il  miglioramento dell’isolamento termico e degli impianti di riscaldamento, o la gestione intelligente dei consumi e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile. Le abitazioni in classe E, che potranno mantenere la loro classificazione fino al 2033, rappresentano il 16% delle valutazioni, mentre quelle in classe D salgono al 14%, superando la media nazionale. Questo probabilmente perché Milano è il principale hub di investimenti, anche esteri, in Italia e già luogo di svariati progetti di riqualificazione urbana, oltre a ospitare un più alto numero di nuove costruzioni rispetto ad altre città italiane. Complessivamente, il 60% del patrimonio immobiliare milanese avrà bisogno di riqualificazioni energetiche per raggiungere gli obiettivi fissati dalla normativa europea (6 punti percentuali in più verso la media nazionale)

 

Roma: il 64% delle case non è ancora a norma energetica

Focalizzandosi sulle valutazioni di immobili a Roma, l’analisi mette in luce una realtà più critica rispetto a Milano per quanto riguarda le abitazioni meno efficienti dal punto di vista energetico. Si tratta probabilmente del risultato di una combinazione tra un patrimonio edilizio più vecchio, una minore incidenza di nuove costruzioni e un mercato immobiliare meno dinamico rispetto al capoluogo lombardo. Nella capitale, infatti, il 42% degli immobili analizzati rientra nella classe G, una quota nettamente superiore a quella milanese (+17 punti percentuali). Di contro, il 14% delle abitazioni appartiene alla classe F, un dato leggermente migliore rispetto a Milano. Tuttavia, le classi E e D sono sensibilmente meno rappresentate, attestandosi a valori dimezzati rispetto al capoluogo lombardo. In totale, ben il 64% del patrimonio immobiliare romano necessita di interventi di riqualificazione per rispettare le scadenze imposte dalla normativa attualmente in vigore.

Torino: la metà degli immobili deve essere riqualificataL’analisi delle valutazioni effettuate sulla piattaforma Casavo per la città di Torino mostra una situazione leggermente più favorevole rispetto a Milano e Roma, ma con un numero ancora significativo di immobili che necessitano interventi di riqualificazione. Nella città, il 13% degli immobili valutati appartiene alla classe G, mentre il 16% rientra nella classe F. Le abitazioni in classe E rappresentano il 21%, mentre quelle in classe D salgono al 20%, evidenziando una maggiore presenza di immobili in una fase intermedia della transizione energetica rispetto ad altre grandi città italiane. Complessivamente, il 50% del patrimonio immobiliare torinese avrà bisogno di interventi di efficientamento per rispettare le scadenze imposte dalla normativa europea. La città mostra un patrimonio immobiliare meno vecchio rispetto a Roma, con una presenza più contenuta di edifici nelle classi più basse, ma al tempo stesso manca della spinta agli investimenti e alla riqualificazione che ha caratterizzato Milano.

 

“I dati emersi dalla nostra analisi evidenziano quanto sia ancora lunga la strada per adeguare il patrimonio immobiliare italiano agli standard energetici europei. Con il 29% delle abitazioni valutate in classe G e il 15% in classe F, è evidente che saranno necessari interventi significativi nei prossimi anni” commenta Victor Ranieri, Chief Revenue Officer di Casavo e continua “A Milano, Roma e Torino, le differenze territoriali mettono in luce scenari diversi, ma un elemento comune: la necessità di accelerare i processi di riqualificazione. Il 60% degli immobili milanesi, il 64% di quelli romani e il 50% di quelli torinesi dovranno essere ristrutturati per raggiungere almeno la classe D entro il 2033. Sulla piattaforma notiamo come le valutazioni riguardano in gran parte immobili datati, il che potrebbe riflettere non solo l’ampia presenza di appartamenti con basse prestazioni energetiche nelle città, ma anche la tendenza di molti proprietari a preferire la vendita, o la vendita finalizzata all’acquisto di un nuovo immobile, piuttosto che affrontare i costi e le complessità dei lavori di ristrutturazione. Secondo la nostra piattaforma, un utente su quattro che ha effettuato una valutazione ha espresso volontà di vendita”. 

 

Ranieri conclude: “Sicuramente la riqualificazione del patrimonio immobiliare residenziale in Italia è una sfida complessa, soprattutto a causa della proprietà estremamente frammentata. Questo rende difficoltoso un intervento strutturale su larga scala, anche in presenza di incentivi mirati. Per accelerare davvero il processo di transizione energetica, è fondamentale affiancare agli incentivi per i singoli proprietari anche politiche dedicate agli operatori professionali del settore, che potrebbero assumersi parte di questo onere e contribuire in modo significativo all’ammodernamento del mercato immobiliare”.

 

Il tema delle classificazioni energetiche è al centro del dibattito in questo periodo. Secondo un’indagine commissionata da Casavo a SWG, gli italiani esprimono opinioni contrastanti sulla nuova direttiva europea. Se da un lato il 64% la vede come un’opportunità per ammodernare il patrimonio residenziale, dall’altro emergono timori legati ai costi e alle ripercussioni sul mercato. Il 73% degli intervistati ritiene che ristrutturare un’abitazione diventerà più costoso, con un aumento della percezione dei costi del 7% rispetto al 2023. Inoltre, il 68% teme una forte svalutazione per gli immobili di classe energetica E, F e G, segnale che la transizione verso un’edilizia più sostenibile sta incidendo sempre più sulle dinamiche immobiliari.

 

Nota metodologica: I dati si riferiscono a una elaborazione Casavo delle valutazioni effettuate sulla piattaforma nel 2024

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